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13 Febbraio 2014 (317 / anno XIV)

il cammino /95

Guide della Compagnia dei Cammini nel deserto del Sahara

Alcune guide della Compagnia dei Cammini in visita a Said nel deserto del Sahara. Da sinistra: Fabiana Mapelli, Luca Gianotti, Said Zarrouk, Marina Pissarello, Massimo Montanari, Eugenia Dallaglio... e il piccolo Giacomo.

Camminare e il valore del silenzio

In questo momento vi sto scrivendo dal deserto del Marocco. E mi viene da parlarvi di un altro punto importante della Filosofia del Camminare della Compagnia dei Cammini. Il punto 7 è:

Scopri il silenzio! È bello il viaggio in gruppo perché si conosce gente nuova, si comunicano esperienze e si approfondisce la conoscenza degli altri. Ma non devo dimenticare il lavoro su di me. Durante il cammino scoprirò anche la bellezza del silenzio, dell’ascoltare il mio passo, il mio respiro, i suoni della natura. I compagni di cammino sono sicuro me ne saranno grati!

Pochi giorni fa nel deserto, vicino alla tomba di un marabutto, un santo protettore, ho provato l'esperienza del silenzio assoluto. Mi ero allontanato dal campo nella notte, la stellata era un tetto compatto e luminoso, la tomba del marabutto emanava una forte energia, mi sono sdraiato e mi sono accorto del silenzio. Nessun rumore di vento. Nessun animale. Il silenzio era così forte che mi sono spaventato. Il silenzio assoluto è in questo mondo ormai un'esperienza rarissima, poche volte nella vita. Ogni esperienza del silenzio va ricercata e ascoltata, il silenzio ha tante storie e tante emozioni da raccontarci!

In questo numero:

Crociera della lumaca nel Dodecanneso dal 10 al 21 maggio

Viaggio 2014 fuori catalogo: in maggio vi proponiamo un nuovo VelaTrek!

La barca e i nostri piedi alla velocità della lumaca ci permetteranno di osservare e di notare quello che nel vivere quotidiano rischiamo di perdere. Come un auditorio, queste isole del Dodecanneso ci offriranno una straordinaria sinfonia che noi ascolteremo e in qualche modo suoneremo. Proveremo a condividere con i greci la loro concezione del vivere: “Philotimo” (forte senso dell’onore personale, della dignità e della generosità).

Ecco la scheda di questo viaggio trekking + vela.

✔  Il cammino di chi non ha un lavoro

Strana Costituzione quella italiana. Al primo punto afferma che la nostra è una repubblica basata sul lavoro.
Ma solo il 30% dell’intera popolazione lavora.
Ma il 40% dei nostri giovani è attualmente senza lavoro.
Ma nella fascia in età lavorativa ci sono 3 milioni di disoccupati, altrettanti di demotivati che non lo cercano più il lavoro, centinaia di migliaia di esodati, un numero crescente di cassaintegrati.
E i milioni di precari?
Per non parlare del fatto che la stragrande maggioranza di noi non fa un lavoro che gli piace, ma è obbligato per mangiare a fare quello che trova.
Per non parlare, come sostiene Jeremy Rifkin nel libro “La fine del lavoro”, che, per il semplice ed inarrestabile progredire dell’automazione, lavoreremo sempre meno ore al giorno.
E allora?
Forse è meglio riflettiamo tutti quanti su quali basi rifondare il nostro stare al mondo.
Se continuiamo a legare la nostra dignità di esseri umani all’avere o non avere un lavoro, ci condanniamo con le nostre stesse mani a frustrazione, rabbia, depressione.
Occorre che a dare un senso alla nostra esistenza siano fattori diversi, profondi, universalmente riconosciuti, possibili da realizzare.
Ad esempio, la Costituzione americana parla di diritto alla felicità.
La felicità si identifica col denaro che possediamo?
Sappiamo tutti che non è così, anche se il benessere economico può darci sicurezza e quant’altro.
E se mettessimo al primo posto la conservazione della salute, nostra e del pianeta che ci ospita?
Se dessimo il giusto valore agli affetti, all’amore, alla collaborazione, alla convivialità, visto che per noi mammiferi questa è la base del nostro essere?
E se capissimo finalmente che non si vive per lavorare, ma lavorare serve solo a darci i mezzi per esprimere il nostro talento e perseguire le nostre curiosità?
C’è un cammino da fare collettivamente per cambiare mentalità molto radicate.
Ed è un cammino non solo metaforico o di valori.
Da qualche anno sto capendo che il praticare il camminare, l’andare a piedi, non è solo un qualcosa di piacevole e che porta salute.
Ne comprendo via via una ricchezza ben più sostanziale, che mi aiuta a concepire una filosofia di vita diversa da quella in cui mi sono trovato a crescere.
Al contrario dei miti della velocità, della forza, del raggiungere una meta ad ogni costo, miti portanti della civiltà consumista e competitiva che ci caratterizza, il viandante sperimenta coi suoi passi lenti un rapporto con la natura e con i suoi sensi ben più equilibrato e soddisfacente.
La complessità di problemi che abbiamo davanti non ci permette di immaginare una bacchetta magica per risolvere le crisi economiche ed ambientali che ci sovrastano.
Anche su questo il viandante impara che è con un passo dopo l’altro che si costruisce un nuovo percorso.

Un’ultima cosa, piccola piccola ma concreta concreta.
Ho un amico cassaintegrato da un anno che mi ha raccontato d’aver utilizzato il tanto tempo libero andando a camminare nella natura.
Gli è servito a non impazzire dalle preoccupazioni, a non chiudersi in se stesso, a socializzare.
Dobbiamo imparare che il nostro benessere è la cosa più importante.

Guido   Ulula alla Luna

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✔  Recensioni

L’imprevedibile viaggio di Harold Fry

Rachel Joyce, L’imprevedibile viaggio di Harold Fry, Sperling e Kupfer, 2012Harold Fry è un modesto pensionato di 65 anni, un pantofolaio, che vive con la moglie nel sud dell’Inghilterra. Un giorno riceve una lettera da una collega di lavoro di venti anni prima, lei gli comunica che è malata di cancro. Lui esce, per imbucare una lettera di risposta. Ma la lettera di risposta gli sembra inappropriata, decide di partire a piedi per andarla a trovare, senza rientrare a casa. Pensa che in questo modo la salverà. Lei è in una casa di cura a Berwick nel punto estremo dove l’Inghilterra confina con la Scozia. Così inizia questo romanzo, esordio bestseller di Rachel Joyce. Vi suona come un déjà vu? A molti ricorderà la storia del regista tedesco Werner Herzog, raccontata nel diario “Sentieri di ghiaccio”. Herzog lo fece davvero, andare a trovare l’amica morente camminando in modo improvvisato da Berlino a Parigi. E lei guarì. Ma questo è un romanzo, tutt’un’altra cosa.

La Joyce approfitta della visione di quest’uomo mite e debole per raccontare il mondo con occhi di camminatore, e di un camminatore che è partito con scarpe da vela e niente con sé. Ci sono tutti i valori dei camminatori dentro questo libro, si capisce che la Joyce è camminatrice. Tutti i pensieri, le reazioni, le sofferenze e gli entusiasmi. Gli incontri anche solo di pochi minuti che ti cambiano la vita. L’introspezione per cui la tua vita ti passa davanti e riemergono dalla memoria ricordi importanti che sembravano sopiti. Arriverà Harold Fry alla fine del suo cammino? Salverà la vita di Queenie, anche se non è sorretto dalla fede? Di più non vi racconteremo, sulla trama.
Entra di diritto nella biblioteca di noi camminatori.

Rachel Joyce – “L’imprevedibile viaggio di Harold Fry”, Sperling & Kupfer 2012 – 13 euro

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✔  Articolo sulla filosofia del camminare

InformarSi, il mensile a distribuzione gratuita nei supermercati del biologico NaturaSi, ha pubblicato un articolo di Luca Gianotti sulla filosofia del camminare.
Eccolo.

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✔  App gratuito per camminare sui Monti Sibillini

La casa editrice SER (Società Editrice Ricerche) ha realizzato una app molto interessante, Sibillini Maps, è la prima nel suo genere in Appennino. Si può scaricare la versione Android e quella Apple. Gratuitamente. Contiene 107 escursioni, con le tracce gps, contiene foto, contatti utili, notizie, tutto quello che vi serve per scoprire queste bellissime montagne. Ecco un video che spiega Sibillini Maps.

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✔  Viaggi a piedi

Viaggi a piedi Compagnia dei Cammini: disponibilità posti al 13 febbraio

I viaggi di Pasqua

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Dal 29 marzo al 6 aprile, Nanni di Falco propone una settimana a piedi itinerante tra mare e monti: una verde Primavera allo Zingaro, viaggio tra storia e natura, con il clima mite della Sicilia e il mare sempre vicino. Potete guardare una galleria di foto scattate da Mario Lano durante il viaggio dell'anno scorso.

Altra viaggio da non perdere: il magnifico Deep Walking a Creta: l’isola delle capre, delle gole e degli dei proposto da Luca Gianotti. È a fine aprile (dal 26 aprile al 5 maggio), ma i voli aerei prima si comprano meno si pagano!

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✔  Loukoumades di Karpathos

Ecco una ricetta dei famosi Loukoumades che allietano i banchetti dei camminatori in terra greca:

“Prepara una pastella liscia e fluida con farina, un uovo intero, un pizzico di sale, lievito di birra e latte. Lascia riposare e lievitare alcune ore fintanto che la pastella aumenta bene in volume e in superficie vedrai delle bollicine. A quel punto fai friggere a cucchiaiate in abbondante olio. In un padellino antiaderente fai tostare (senza aggiungere grassi) il sesamo. Una volta scolate le frittelle cospargi di miele e sesamo tostato. Buon appetito!”

La ricetta ci è stata data da Gabriella del ristorante La Gorgona di Diafani a Karpathos.

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✔  Trike la carrozzina da trekking

L’hanno creata in Gran Bretagna, la Moutain Trike All Terrain, una carrozzina per quelle persone diversamente abili che non potendo camminare non vogliono però perdersi la magia di un bosco, di un sentiero, di una montagna. Rispetto alla Joelette il bello della Trike è che si fa tutto da soli. Costa cinquemila euro, ma ci sembra una grande idea! Guardate il video

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✔  Cane al guinzaglio

Sono nato in una casa di campagna ed ho ricordi bellissimi della natura e dei cani e gatti liberi di muoversi a loro piacimento.
Di recente ho letto sulla rubrica di un quotidiano nazionale una lettera in cui si contestava appassionatamente la sorte da reclusi dei nostri amici animali d’appartamento.
Nutriti e accuditi come esseri umani in miniatura, usati per le loro eccezionali doti empatiche per colmare le nostre solitudini, ma… deprivati della loro libertà e quindi snaturati ed infelici.
Da lì è stato un attimo collegare un’altra riflessione, ben più amara.

Cane al guinzaglio lo sono anch’io.

Lo è la gran parte dell’umanità che vive in cattività (e incattivita… forse per questo?) nei nostri centri urbani.
Probabilmente è destinata a diventarlo la totalità della razza umana, visto la complessità dei problemi generati dal sovraffollamento della Terra.
Io ho la piena consapevolezza che le tante catene che castrano la mia istintualità mi rendono triste e depresso, che questa è la radice vera di tanti malesseri e malattie, anche se in cambio ho presunte sicurezze.
Sono certo di non essere l’unico a provare insopportabilità verso tutti questi ingranaggi, che ci stanno riducendo a poco più di macchine intelligenti.
Per altro, abbiamo la presunzione di controllarle noi queste macchine intelligenti, perdendo di vista la drammatica realtà che sono loro a condizionare la nostra intera esistenza.

Se ho chiaro questo meccanismo infernale, che fare?
So di non avere alternative immediate e convincenti.
So però che voglio dire basta.
So che così non ce la faccio più.
So che voglio togliermi il guinzaglio.
So che la spinta che mi porta a tornare a camminare, appena posso e sempre più spesso, viene da questo bisogno di selvaticità.
So che il lupo che è latente in me vuole riprendere a ululare alla Luna.

Guido   Ulula alla Luna

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✔  Appuntamenti nella natura e nel naturale

Fa’ la cosa giusta a Milano

Dal 28 al 30 marzo c’è Fa’ la cosa giusta a Milano. Per tutti i camminatori e per chi vorrà conoscere tutte le novità future della Compagnia dei Cammini, all’interno della sezione Turismo Consapevole troverete il nostro stand con Maurizio che fornirà a chi lo vorrà approfondimenti sul programma 2014. Camminate gente, camminate.

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✔  Lettere

« Ciao Maurizio,
ti ringrazio per le info.
Ho trovato da Feltrinelli un libro di Luca Gianotti, meno male! Giusto in tempo per festeggiare Hendrik a ora di pranzo! Ho dato un’occhiata al sito di Luca e mi è piaciuto tutto moltissimo. Penso che regaleremo a Hendrik qualcosa tipo “buono per camminare con Luca e/o Maurizio in compagnia della tua famiglia”. Le vostre proposte sono fantastiche, non vedo l’ora di conoscervi di persona!
Cari saluti »
Giuliana

« Cari compagni di viaggio,
ieri sera mi sono ritrovata a scrivere qualche riga sul viaggio, le condivido con voi.

Il mio primo cammino.
Provo a scrivere qualche riflessione.
Ho deciso di partecipare con slancio ed entusiasmo, anche se al momento della partenza non vi nascondo che ho avuto un po’ paura. Non avevo mai camminato per così tanti giorni e mai con uno zaino così pesante sulle spalle.
Sono partita chiedendomi "Ce la farò?".
E poi mi sono ritrovata a camminare sorridente con il peso dello zaino, il dolore alle spalle, la pioggia e il vento, e dal terzo giorno un’infiammazione al piede. Ricordo il quinto giorno di cammino, l’ultima ora e mezza ho camminato zoppicando aiutandomi con un bastoncino (di Palmalisa, il mio angelo custode!): ero così felice! Mi veniva da ridere e sono rimasta indietro rispetto al gruppo, non per il piede ma perchè non volevo che il cammino di quel giorno finisse.
Non me lo sarei mai aspettato.
Quando cammini senti te stesso solo in quel momento. Procedi passo dopo passo, istante dopo istante. Senti ogni respiro e tutto fuori e dentro di te sembra più grande.
Ho sentito la gioia del camminare più che dell’arrivare.
Ho scordato quale giorno della settimana fosse e non mi sono mai chiesta quanti giorni mancassero alla fine del viaggio.
Ho faticato con soddisfazione, ho sorriso al rumore della pioggia, ho riempito gli occhi e l’anima di cieli e nuvole che cambiavano ad ogni passo. Ho camminato con i miei compagni e a volte da sola, ho riso di gusto in compagnia e altre volte mi sono ritrovata da sola con le lacrime agli occhi. Ho sorriso serena e ho sentito una profonda tristezza cantando una canzone.
Col dolore al piede ho capito che bisogna dare e darsi tempo. Il dolore non passa subito ma intanto si può continuare a camminare e sorridere.
E poi mi è sembrato che il cammino volesse dirmi qualcosa: all’inizio la nebbia, poi la pioggia e il vento, ma un sole nuovo mi aspettava il 1° gennaio. Dovevo solo camminare per raggiungerlo.

Un grazie di cuore a tutti, per avermi coccolata e fatto ridere,
un forte abbraccio »
Irene

« È bello ricominciare la grigia quotidianità con l’energia positiva che è stata caricata in vostra compagnia. Oppongo ai problemi di sempre la consapevolezza che qualcosa di bello è successo durante i giorni che abbiamo trascorso insieme, persino la pioggia e il fango oggi li valuto come un elemento fondamentale per il nostro camminare insieme in allegria in quel pezzo di Sicilia.
Per questo vi ringrazio; le parole, le risate, i gesti, gli odori e i sapori resteranno a lungo (spero) nella memoria, almeno fino al prossimo RIOOO tutti insieme.
A presto »
Alessandra

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✔  Il video finale

Are you ready boots? Start walking!

Continuiamo il giochino del numero precedente, ascoltando altre due versioni della canzone “These boots are made for walking”. La prima è del 2009, del grande chitarrista Robert Fripp, ex King Crimson e ex collaboratore di Brian Eno.

Video The Humans featuring Robert Fripp - These Boots Are Made For Walkin'

E per finire, una versione italiana dance del 2011, i Planet Funk

Video Planet Funk - These boots are made for walking

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