NUMERO 202 - 17 Aprile 2009
*** benvenuti
***
In questo numero del CamminareInforma non parleremo di camminare,
scusate, ma preferiamo raccontarvi una piccola esperienza personale sul
terremoto dell'Aquila, che ha colpito chi vi scrive da vicino perchè abito a
solo 40 km e anche qui le scosse sono state forti, fortunatamente senza danni.
Nelle prossime uscite del CamminareInforma vi terremo informati sul terremoto e
su come portare aiuti, anche se riprenderemo l'informazione e lo stile a cui
siete abituati.
UN GIORNO NEI CAMPI TENDE DELL’AQUILA
Campo di Genzano di
Sassa
Ho passato un
giorno come volontario all’Aquila. Un amico era con gli Alpini che gestiscono
alcuni campi in una frazione del comune dell’Aquila, a pochi km dal centro. Il
campo a cui ho cercato di portare un aiuto è un campo piccolo, in una zona poco
colpita dal sisma, solo lesioni, uno di quei campi un po’ dimenticati, dove dopo
10 giorni si deve ancora finire di allestire, mancavano le brandine e manca
l’elettricità (che è importante soprattutto per le stufine, all’Aquila di notte
fa ancora molto freddo).
L’impressione quando arrivo è subito di
disorganizzazione. Si parla molto e si conclude poco. Io sono uomo di azione e
questo mi fa soffrire. I volontari sono tanti, credo basterebbe la metà di
volontari ma meglio organizzati per avere maggiori
risultati.
Primo obiettivo della giornata era portare
l’elettricità in questo piccolo campo, dove vivono circa 50 persone, ma dove i
posti letto sarebbero 250. Altri abitanti della zona, tutta villette e case
nuove, dormono in tende che si sono allestiti da soli nei loro giardini, ma
vengono a prendere il pasto, per cui i pasti da ritirare sono per 250
persone.
Il pasto lo prendiamo al campo vicino, che fa da cucina, con i cuochi
degli alpini di Trento, per 4 campi. La distribuzione è veloce, il cibo è caldo,
penne con piselli, spezzatino e patate arrosto, arriva una persona per unità
familiare, ma anche per grandi famiglie (34 persone, 22 persone), raccoglie il
cibo in pentoloni, prende le posate i piatti e i bicchieri di plastica e se ne
va.
Manca infatti in questo campo la tenda mensa, quindi ognuno si è
organizzato da solo, quelli che vivono al campo mangiano chiusi in tenda, a
parte poche persone che mangiano con noi.
Distribuzione del
pasto
Portare
l’elettricità non è facile, perchè non si sa con chi parlare. La macchina
organizzativa appare verticistica e caotica. Si fa poco senza ordini precisi, ma
il responsabile di ogni singola cosa nessuno sa chi è. Foglietti e fogliettini
scritti a mano. Quindi andiamo nei campi vicini per sapere se loro hanno
contatti. Loro in effetti l’elettricità l’hanno già, ma nessuno sa niente. Alla
fine della giornata ho visitato 5 campi tende, 2 in città e 3 in periferia.
Alcuni funzionano bene, e sono vissuti, con i bambini che giocano e le donne che
fanno comunità. Nel nostro piccolo campo tutti sono assenti, chi in giro chi
chiuso in tenda. Uno dei campi più grandi è "Il Globo", dove nell’attesa del
camion militare che doveva aiutarci per portare le brandine che mancavano dal
campo "Italtel 2" al campo di Genzano, ho fatto qualche foto col
telefonino.
Campo di Pagliare di
Sassa: bambini giocano
L’organizzazione
appare caotica perchè ci sono tante realtà che si accavallano: Protezione
civile, Alpini, Esercito, Carabinieri, Finanza, Avis, Misericordia, Croce Rossa,
tante divise, tanti colori, tante parole, tante telefonate coi telefonini. Ma il
capocampo del Globo, della Protezione Civile di Milano, molto efficiente e
disponibile, che condivide il campo con il Battaglione San Marco, non può far
niente con l’esercito, perchè lui all’esercito non può chiedere niente. Ma si
attiva per noi per l’elettricità, senza però raggiungere risultati, perchè i
telefoni di emergenza dell’Enel sono sempre occupati (!).
Tante divise e tante
parole
Il campo del Globo
è grande: collegamento wireless, posta, chiesa, sale televisioni, animatori
buffi col naso rosso, un’area è dei pazienti del centro psichiatrico. In ogni
campo ci sono magazzini in cui ci sono tanto cibo, più di quanto serva, latte in
esubero (almeno nel nostro campo), colombe e uova pasquali che nessuno già ne
può più, vestiti, scarpe, pannolini, giochi. Di cose materiali non sembra
esserci necessità, la mia percezione è che ci sia per ora tutto. A parte
le stufine, che mancano anche perchè l’impianto elettrico non è ancora
terminato, ma probabilmente da qualche parte, in qualche container le stufine ci
dovrebbero essere.
Ma la macchina organizzativa si è mossa a volte in
modo poco efficiente, mandando a un campo molte più brandine del necessario ma
poche stufine, in un altro più tende, ecc. Certo 114 campi sono tanti, e si è
giustamente privilegiata la strada di più campi per stare vicini alle case delle
persone.
Campo del Globo
Dunque eccoci al
grande campo del Globo, nella zona commerciale dell’Aquila, mentre a pochi metri
Auchan e Media World continuano l’attività come se niente
fosse.
Per avere a disposizione un camion del Battaglione San Marco aspettiamo
quasi 2 ore, poi si parte, con 2 camion verso il campo "Italtel 2" dove hanno
portato le brandine che servono a noi. Ce ne servono circa 100, alla fine ne
carichiamo 94 in 3 camion, noi siamo in 3 e ci aiutano i volontari di
Firenze mentre i soldati che guidano il camion ci guardano senza aiutare, e ce
ne torniamo a Genzano per distribuirle nelle nostre tende.
Il campo Italtel 2 è
vicino alla stazione dell’Aquila, ed è un campo vivo e dà l’impressione di
essere ben organizzato. Perchè è gestito da una sola organizzazione, la
Misericordia di Firenze, quindi pochi accavallamenti di potere, poche parole, e
molti giovani, tanti volontari ancora ragazzi. Oppure anziani, ancora
baldanzosi, ma manca la generazione di mezzo.
Risultato della giornata:
abbiamo portato 94 brandine al campo, ma abbiamo mancato l’obiettivo di portare
l’elettricità. Domani, forse.
Campo del Globo
Le persone sono
serene, e chi fa più pena sono gli anziani, che soffrono maggiormente questo
disagio, soprattutto psicologico. Ora si andrà alla seconda fase, in cui più che
cibo e vestiti serviranno supporto psicologico e ricostruzione. Nei prossimi
mesi l’Abruzzo non va abbandonato, e nostro compito sarà informare l’Italia di
buona volontà di cosa manca. Ma venire a vedere di persona è sempre molto utile,
l’informazione è sempre così falsata...
Una riflessione: in caso di calamità non è più come un tempo, dove i volontari singoli, arrivati alla spicciolata, erano gli "angeli del fango", ora senza divisa è difficile fare il volontario. Perchè l’organizzazione è verticistica, e tutto passa da queste organizzazioni. La Protezione civile è ora comunale, e in Abruzzo - mi hanno raccontato - che è stata gestita male, spesso chi vi fa parte lo fa anche per interessi, perchè spera in un lavoro o per fare carriera politica. Ma in occasioni come questo terremoto viene da chiedersi: se ci impegnassimo di più, se tanti di noi si iscrivessero alla Protezione civile, la protezione civile siamo noi, è il primo grado di politica attiva in un territorio, perchè lasciare ad altri questo strumento che può diventare invece strumento di aiuto così importante? Io, un invito a riflettere su questo ve lo voglio proprio fare.
Infine i cani: la
situazione dei cani non sembra essere tragica come si era sentito dire. Vicino
alla basilica di Collemaggio c’è una unità di crisi veterinaria, gestita da un
bravo e zelante veterinario, Roberto Mancini, che è anche guida alpina. I cani
arrivano tutti i giorni, ma ogni giorno sono tanti che da tutta Italia ritirano
cani per prenderli in affido e in adozione. E arrivano volontari per tenere
pulito il canile e accudire i cani. E in alcuni campi tende si sono montati
piccoli canili di emergenza, per i cani con proprietario.
Insomma, se volete un
cane in adozione, andate a Collemaggio, il mio consiglio è andare di persona, ma
anche su questo non serve attivare una grande gara di solidarietà, ma aspettare
il proseguo degli eventi.
Dall’Aquila per oggi è tutto.
Luca
Gianotti
(testo e foto)
16.04.2009
Egidio e Vittoriano,
gli amici del CAI di Carsoli e Celano con cui ho lavorato,
eravamo tra i
pochissimi non in divisa!
Redazione:
Luca Gianotti
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