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3 Febbraio 2020 (438 / anno XX)
il cammino /216
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Rockwell Kent, “The trapper”, 1921, olio su tela, Whitney Museum of american Art
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Vai dove puoi trovarti
Faccio mio l’invito di Thich Nhat Hanh dalla poesia qui sotto, “vai dove puoi trovarti”, ecco a cosa serve il viaggio, a guardarsi dentro, a mettersi in discussione per scoprirsi, per rinascere. Dove trovare la persona amata, che è sia l’altro che noi stessi. E quale viaggio consente questo meglio del cammino?
Luca Gianotti
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In questo numero:
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La Via Cretese
È tempo di pensare al cammino a Creta, per una settimana lungo la via Cretese, il cammino più bello del mondo. Dal 26 aprile al 5 maggio, con Luca Gianotti come guida, colui che questo cammino lo ha rilanciato e ne ha scritto la guida. Creta è terra di armonia, e questo cammino è anche l’occasione per praticare piccoli passi di pace in consapevolezza, secondo le pratiche del Deep Walking.
Scheda dettagliata qui.
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✔ Una poesia di Thich Nhat Hanh
O tu che vai in giro,
Per favore, fermati.
Perché lo stai facendo?
“Non posso essere senza andare, ecco perché sto girando in tondo.”
O tu che giri in tondo,
Per favore smetti.
“Ma se smetto di andare, smetterò di essere.”
O amico mio che giri in tondo,
Non sei un tutt’uno con questa folle storia di girare in tondo.
Puoi divertirti,
Ma non andare girando in cerchio.
“Dove posso andare?”
Vai dove puoi trovare la persona amata,
Dove puoi trovarti.
Thich Nhat Hanh
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✔ Portare i nostri cani in un viaggio con volo aereo
Alcuni vorrebbero portare il cane in viaggi che prevedono il volo aereo, abbiamo chiesto a Tomas Pirani, zooantropologo e guida della Compagnia dei cammini per i viaggi con i cani, un suo parere.
Da un punto di vista prettamente burocratico, i cani che insieme a un trasportino adeguato non superino un peso di 8-10 kg (il peso massimo dipende dalle compagnie) possono viaggiare in cabina, tutti gli altri in stiva; inoltre ci sono delle limitazioni al numero di cani che possono esserci per volo sia che questi viaggino in cabina che in stiva.
Questioni sanitarie: occorre passaporto + antirabbica più altre pratiche sanitarie che variano a seconda del paese di destinazione. La prassi per fare l’antirabbica prevede una organizzazione anticipata almeno di un mese.
Per quanto riguarda l’aspetto comportamentale: poter andare a fare dei cammini in Europa con il proprio cane può essere un’esperienza molto bella, ma fargli vivere l’esperienza dell’aereo, o meglio della stiva… potrebbe diventare un’esperienza potenzialmente difficile da sostenere da parte del cane, anche proprio per le esperienze sensoriali che vivrebbe durante il volo, poi è da valutare caso per caso. Sapere se il cane è abituato, oppure se ha un profilo sicuro e resiliente, ti permette di provarci, comunque forzando la mano, senza problemi di innescare paure o fobie a posteriori. I cani pronti e capaci di affrontare un viaggio in stiva non sono molti.
Direi però che in genere sottoporlo ad uno stress così ravvicinato nel tempo, con una andata e ritorno i pochi giorni, secondo me va ad inficiare anche sulle belle esperienze che il cane ha vissuto nel corso della vacanza.
Discorso diverso potrebbe essere il cane in cabina, in cui comunque c’è la presenza del proprietario che potrebbe essere d’aiuto al cane. Quindi secondo me potrebbe essere attuabile per i cani di piccola taglia, con delle riserve per i cani sopra gli 8-10 kg (trasportino compreso). Si potrebbe pensare di raggiungere le destinazioni dei viaggi con mezzi diversi dall’aereo, e poi unirsi al resto del gruppo.
In sintesi
Parere negativo:
- quando il cane non è abituato a viaggiare, esperienza potenzialmente traumatica
- quando il cane che va in stiva fatica a stare da solo
- esperienza con risvolto incerto, considerata la gestione in stiva e l’impossibilità di assicurarsi dell’esperienza che il cane vive
- pericoli sanitari
Parere positivo:
- muoversi insieme in una esperienza importante e condivisa
Preciso che se il cane non può essere lasciato a casa perché non sa stare a casa da solo, è proprio il soggetto che può rimanere traumatizzato dalla stiva.
Tomas Pirani
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✔ Recensioni
Bottega Errante edizioni
Ho ricevuto due libri dalla piccola casa editrice Bottega Errante Edizioni di Udine, un progetto editoriale molto legato alla terra friulana. Ma non solo, come vedremo.
Il primo libro si intitola “L’osteria dei passi perduti” è scritto da Angelo Floramo, insegnante di storia e letteratura a Gemona, già autore di “Balkan Circus” (Ediciclo). Floramo ama scoprire lo spirito dei luoghi, e soprattutto ama conoscere persone vere, con cui entrare in relazione profonda anche solo per pochi attimi. I suoi racconti sono piacevoli, storie zingare di strade e sapori. Le osterie dove spesso arriva per caso, le gostilna (semplici locande slovene) dove ritrovare persone vere e sapori antichi (o viceversa: persone antiche e sapori veri). Scrive in copertina: “La viandanza è l’unico modo di approcciarsi alla vita e al prossimo che si incontra lungo il sentiero”.
Viene voglia di mettersi sulle tracce dei luoghi e delle persone raccontate da Floramo, o vien voglia di perdersi e trovarne altre.
Il secondo libro ci porta invece lontano dal Friuli, a Firenze. Si intitola “Gli occhi di Firenze”, è scritto da Paolo Ciampi, scrittore, amico, camminatore. Ciampi è autore di libri su cammini (“Tre uomini a piedi” sul suo cammino da Bologna a Firenze, “Per le foreste sacre. Un buddista nei luoghi di San Romualdo e San Francesco”) e questa volta si è messo in cammino per attraversare la sua città, da Campo di Marte, il quartiere dove abita, in direzione Ovest fino al Parco delle Cascine e al ponte all’Indiano. In una lunga giornata di cammino. Niente a che vedere con una guida turistica, è una lettura piacevole di una Firenze personale e piena di vita, il suo cammino evita appositamente i luoghi simbolo del turismo mondiale, così mercificati, e ci mostra una Firenze minore. Al punto che Firenze, città che una qualche antipatia più o meno grande la fa provare a tutti, qui risulta improvvisamente simpatica.
Angelo Floramo – “L’osteria dei passi perduti”, Bottega Errante Edizioni 2018 – 15 euro
Paolo Ciampi – “Gli occhi di Firenze”, Bottega Errante Edizioni 2019 – 14 euro
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✔ Rassegna stampa
Articolo sui Cammini di pace pubblicato su L’Aromatario, eccolo per intero qui.
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✔ Viaggi a piedi Compagnia dei Cammini
Disponibilità posti al 3 febbraio
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La Finlandia degli “infiniti giorni d’estate” raddoppia. Sono aperte le iscrizioni per il secondo gruppo, dal 3 all’11 giugno, per conoscere questa terra remota che da sempre ispira i viaggiatori: la terra dai mille laghi e foreste. Il viaggio nel mese di giugno, quando il sole non tramonta mai, camminando in foreste e lungo piste interminabili di un paese dai grandi spazi. La Finlandia delle antiche saune di campagna, per un finlandese sempre almeno a 85 gradi. O le saune adagiate ai bordi di freddi laghi blu cobalto dove, subito dopo questo rito “topico” per i finlandesi, ci si tuffa creando un contatto per il corpo con la natura libero e rigenerante.
Finlandia infiniti giorni d’estate 3-11 giugno
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✔ Appuntamenti nella natura e nel naturale
Corso di cartografia 2.0
Le Edizioni Il Lupo organizzano un mini-corso di due giorni in cui si parlerà e si toccheranno con mano le nuove possibilità offerte dalla Cartografia Digitale. Alcuni temi: Cos’è Open Street Map?, Navigatori Satellitari (Tecnologia GPS e simili), App Cartografiche per device Android e IOS (Avenza Maps, View Ranger), Google Earth, BaseCamp.
Il Corso sarà tenuto presso il Negozio Alta Quota in Via Benzoni 37, Roma.
Date del corso: 1° Incontro: Venerdi 21 Febbraio, h. 18.00 – 21.00
2° Incontro: Sabato 22 febbraio, h. 10.30 – 13.30 e 15.00 – 19.00
Costo: 60 euro. La quota versata darà diritto a ricevere 3 cartine digitali del catalogo delle Ed. Il Lupo. Info dettagliate e iscrizioni: info@edizioniillupo.it
Corso di Deep Walking
Corso di Deep Walking al Tretto, Schio (VI). Come ogni anno si svolge a Schio (Vi), con base nell’ospitale agriturismo Il Maggiociondolo, il corso di Deep Walking condotto da Luca Gianotti per approfondire le tecniche di camminate consapevoli e meditative dal 3 al 5 aprile 2020. Un seminario per approfondire gli aspetti interiori, spirituali e terapeutici del camminare, provando alcuni esercizi di camminate dell’attenzione, camminate consapevoli, meditazioni camminate. Durante il corso ci saranno momenti in cui la camminata diventerà un esercizio, seguendo le pratiche di meditazione di Thich Nath Hanh, confrontandole con le camminate dell’attenzione degli sciamani toltechi. Programma dettagliato qui.
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✔ Riflessioni: Siamo tutti sulla stessa barca
di Guido Ghidorzi Ulula alla luna
È ancora possibile pensare con i criteri della politica tradizionale? Partiti, sindacati, associazioni, lobby, istanze organizzate di persone e/o di interessi che si scontrano con ogni mezzo, più o meno democratico, su posizioni contrapposte? Alla vecchia domanda “siamo tutti sulla stessa barca” la risposta sincera era che padroni e operai, potenti e oppressi, non avevano alcun interesse a remare assieme. Ma qualcosa di nuovo si è affacciato alla riflessione di tutti noi. Ed è un qualcosa che ci è sbattuto in faccia da eventi catastrofici ambientali sempre più minacciosi e dalle previsioni della stragrande maggioranza della comunità scientifica mondiale. Se non corriamo velocemente ai ripari i cambiamenti climatici causati dall’uomo stesso rischiano nel giro di pochi anni di creare danni all’ecosistema che ci contiene tali da mettere in discussione la nostra stessa sopravvivenza di specie.
Adesso, banalmente, col buon senso comune, dobbiamo e possiamo dire che, sì, “siamo tutti sulla stessa barca” e “o ci salviamo tutti assieme o non si salva nessuno”. Serve un’ottica politica diversa, radicalmente diversa. Serve passare dalla politica delle contrapposizioni fra fazioni ad una “politica empatica”. Cos’è la politica empatica? Ogni cittadino deve sforzarsi di mettersi nei panni dell’altro, per capire il suo modo di ragionare, per imparare a dialogare, a trovare il modo, al di là di ideologie e mentalità e ruoli sociali diversi, di mettersi d’accordo su quei punti sostanziali per non fare affondare la barca su cui noi tutti navighiamo. Salvare il nostro pianeta è un bene comune. Ci saranno i bastian contrari, i difensori ad oltranza dei loro egoistici affari, le persone in malafede, facciamocene una ragione. Ma credo che la maggioranza dei cittadini, di fronte all’evidenza che è ora di mettere al centro interessi comuni, decida finalmente e saggiamente di remare nella stessa direzione. È un compito faticoso e nuovo imparare l’empatia, ma è l’unica chance che ci rimane per dimostrare che la specie umana è legittimata a continuare la sua storia evolutiva sul pianeta Terra.
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✔ Lettere (speciale cammini di Capodanno)
Dal Capodanno in Marocco
« Il deserto, la mia casa, il mio maestro, nutrimento di luce e di speranza, lo sguardo proteso ad un orizzonte chiaro e cristallino.
Sotto il cielo blu notte mi bagno di luce di stelle, si spalancone le porte del cuore, li dove tutto può accadere.
Vivere, brillare, sperare.
Quanta saggezza, quanta bellezza, sguardi di luce, sorrisi.
Senza alcun timore, senza mai un lamento.
Si parte, si cammina, si ritorna.
Rituali magici, la magia del te, profumi di spezie, il calore del fuoco.
La mente si libera ed i pensieri si sgranano fra la sabbia e le ombre. »
Francesca Zagolin
Il diario del viaggio l’ha scritto invece Salvatore Cotzia, ed è pubblicato qui: Trekking nel Sahara – Carovane Berbere.
Dal Capodanno in Sicilia
« Abbiamo la possibilità di viaggiare in mille modi diversi. Possiamo spostarci fra luoghi più o meno lontani con non meno mezzi. Incontriamo persone indossando e interpretando ruoli vari, dal cliente all’amico atteso… con le tutte sfumature che possiamo trovare fra questi due poli.
Fra le molte possibilità, c’è il viaggio a piedi, quello in cui sono i tuoi passi, a volte energici e rapidi altre stanchi e lenti, che ti portano alle tappe del tuo viaggiare. All’interno di questa categoria, già speciale di per sé, c’è il viaggio a piedi in gruppo. Allora non ci sono più i tuoi passi, ma i vostri… quelli dei tuoi compagni e della tua guida. Ma è ancora troppo generale questa descrizione…
io di un viaggio specifico posso parlare, quello che ci ha portati da Erice a Castellamare del Golfo.
La Sicilia è… inafferrabile con una sola parola. E i Siciliani… ancora di più! Perché durante questo viaggio abbiamo davvero incontrato sia questa terra che i suoi abitanti. Entrare a piedi in un paese è diverso dall’arrivarci in auto o in aereo o con un qualunque altro mezzo. La tua presenza si fa discreta. Non ti senti invadente ma piuttosto come qualcuno che bussa e chiede permesso. E i Siciliani non ti diranno mai di non entrare. Le persone che abbiamo incontrato, sono loro che hanno colorato questo viaggio…
Andrea di Custon City (cit. dal celebre omonimo film)… che con una passione accattivante ci ha raccontato come è nato il progetto del presepe della grotta dei Mangiapane. Ha dedicato più di un’ora del suo tempo a questo gruppo di camminatori che, durante le sue spiegazioni, pendevano letteralmente dalle sue labbra.
Maria di Macari, che ci ha accolti nel suo B&B aperto appositamente per noi, con il suo grande sorriso e la sua simpatia.
Vito di Scopello. Uomo incredibile che non ci ha solo dato da dormire ma ci ha regalato la sua presenza attorno al caminetto di casa sua. Ha riso e scherzato con noi, aiutandoci perfino nella congettura di uno scherzo che contribuito a colorare questo viaggio!
Girolamo di Alcamo. Amico della nostra guida, ci ha fatto compagnia durante la nostra camminata nella riserva dello Zingaro, regalandoci spiegazioni e racconti su questo luogo meraviglioso. Una persona speciale che abbiamo felicemente rincontrato nei giorni successivi.
Infine Giuliano, o meglio il racconto della sua storia… forse non ancora la definitiva. Anche lui ci ha un po’ accompagnati nel nostro viaggio.
La Sicilia per me sono loro, su uno sfondo bellissimo colorato di mare, iris, scogli e tanto altro. Mi piace l’idea di ringraziarli, ricordandoli in queste righe.
Un grazie di cuore alle persone che lavorano nella Compagnia dei cammini… lo fate con passione e questo fa la differenza. »
Sara
Dal Capodanno in Aspromonte
« Il cammino in Aspromonte è un’esperienza che ci riporta a ciò che c’è di più autentico nei nostri territori: odori, sapori antichi, paesaggi mozzafiato che alternano ulivi secolari ad agrumeti profumati e dove ogni sentiero ancora lo sguardo al mare poco lontano.
Il sud più a sud della nostra penisola tanto da essere legato linguisticamente alla parlata greca, tramandata in forma orale e latinizzata nella scrittura. Greche sono anche alcune ritualità, ormai così introiettate che si è persa la memoria delle loro ragioni.
Un territorio ferito dalla furia centenaria dei sismi che l’hanno colpito e dall’incuria degli uomini che si manifesta soprattutto nel fenomeno dell’abbandono dei piccoli nuclei montani. Una triste realtà che accomuna Alpi ed Appennini nello spopolamento delle “terre alte” del nostro paese.
Ma esistono realtà resistenti, o per meglio dire usando un termine caro alla montagna, “resilienti”, fatte di persone forti della propria identità che diventa progetto di vita e che hanno deciso di portare azioni concrete, pratiche fedeli a un’idea di cura e rispetto del paesaggio, turismo responsabile e orientato al viaggiare lento, attenzione specifica alle vocazioni agricole di questo territorio, come la produzione di bergamotti, un frutto che vive solo in Aspromonte grazie al suo particolare microclima.
Andrea ci fa immergere totalmente nella storia e nelle tradizioni del luogo che rimandano a un rispetto antico per il ciclo della vita come ad es. la sospensione della musica per riguardo a chi è mancato da poco. L’ultimo giorno della nostra permanenza, la deroga a questa dolce regola per salutarci in allegria con alcune musiche tradizionali, mi ha commosso profondamente e attesta il calore e l’ospitalità di questo speciale angolo di mondo.
Non conoscevo la Calabria…, è bello pensare di tornarci ancora, per il momento il ricordo si fissa su uno spettacolare tramonto viola-arancio sul mare, ammirato dalla rocca di Bova e il profumo di bergamotto che mi porto ancora nello zaino.
Un grazie speciale ad Andrea che ci ha guidato e a tutta la sua rete di persone magnifiche che ci hanno accolto, si sono raccontate e ci hanno abbondantemente nutrito (un vero tripudio gastronomico…). Un sincero ringraziamento anche a tutto il gruppo di camminatori che ha condiviso questi giorni sereni in cui molti di noi hanno trovato affinità e assonanze di pensieri e vissuto quello speciale stato di grazia che genera il camminare… un abbraccio circolare. »
Grazia
Dal Capodanno a Ischia
« C’è chi si inerpica su scarpe tacchi 12 per poter meglio raggiungere le stelle, c’è chi indossa scarponcini ben aderenti al suolo per ri-prendere contatto con la terra e comunicare con lei attraverso l’alfabeto morse dei passi che con ritmo lento sussurrano alla terra e raccolgono le sue risposte. I piedi ri-acquistano la forza di organi di senso, abbandonano la lentezza della noia che li rende reti a strascico del corpo o la pressione della fretta che li camuffa da passi di danza. Ritmo lento e leggero che i piedi pompano al cuore e poi alla mente per rigenerare fili di relazione tra gli altri organi che altrimenti sono abituati a “fare da sé” in una solitudine forzata.
Il vento in un’isola fa sentire la sua presenza, spesso è fastidioso, si insinua tra giacche a vento e maglie termiche e disturba come un solletico improvvisato la pelle, ma con costanza si mette all’opera e diventa il setaccio dei nostri pensieri: libera quelli incatenati da tanti vincoli mentali, disperde quelli ossessivi che si piantano davanti agli occhi e proibiscono di gettare lo sguardo al mondo, lascia che dilaghino quelli energizzanti, capaci di entrare fin nelle midolla.
Passi leggeri generano vapori di parole che scrosciano in cascate di risate. Non saprei nemmeno più ridire e ricostruire i motivi del nostro tanto ridere, so che sono contingenti, legati al nostro gruppo e al nostro vivere qui ed ora, senza passato e senza futuro, dentro questa dimensione con tutto noi stessi, sapendo che questo è il tempo da coltivare, non un altro che potrebbe venire o non venire. Camminare aiuta a togliere molte pieghe a noi stessi dentro le quali spesso restano nascoste e invisibile ai più perle della nostra bellezza che per vergogna o timore dei giudizi altrui tendiamo a tenere nascoste.
E, se a tutto questo aggiungiamo la danza che dà ritmo a tutto il corpo, allora scopriamo che né i doveri del lavoro né la monotonia dei giorni della resistenza agli eventi né le cattiverie che vogliono conquistarci al cinismo nulla possono e nulla strappano alla nostra energia vitale che ci invita a divertirci come quando eravamo bambini.
Poter attingere alla nostra infanzia come a una grande sorgente di ispirazione, per animare pause dalla vita e da lì ripartire, significa veramente essere ancora in vita, svegli davanti alla bellezza e alle provocazioni che il tempo propone. Recuperare lacci con la nostra infanzia e il suo sano modo di divertirsi significa che solo lì nel fondo di quel pozzo possiamo ricavare energia per i nostri passi anche quelli che ripetiamo all’infinito nelle nostre case, nei nostri luoghi di lavoro, di paese perché, senza che nessuno lo sappia, possano comunicare messaggi in codice segreto alla terra e tra chi ha scoperto questo segreto.
Un grazie particolare alle guide che, come novelli Virgilio, accompagnano tutti noi al “regno dei passi leggeri” dove spolverarsi dalle molte incrostazioni quotidiane è possibile, riacquistare uno sguardo pulito è praticabile, godere di un divertimento sereno e senza pregiudizi è contagioso, grazie che ci permettete di portare a casa questa tenace verità.
L’augurio per tutti noi è che questo regno della leggerezza non sia solo un’alternativa al regno del dovere, ma sia anche un luogo del cuore da cui nuove sfumature di colori possano tingere e colorare ogni attimo della nostra esistenza. »
Lucia
Di ritorno dal Cammino di Abramo e Sara
« Vi ringrazio per questo cammino in Galilea e in Cisgiordania, è stato strepitoso pieno di emozioni per paesaggi, siti archeologici e religiosi oltre alla “contorta” (lasciatemi passare il termine) realtà socio-politica. Abbiamo avuto modo di essere ospitati da famiglie palestinesi e in agriturismi ebrei sempre con la massima cordialità. Abbiamo incontrato Israeliani Ebrei, Drusi e Samaritani; Palestinesi Mussulmani e Cristiani, ascoltando le loro storie a volte molto scioccanti ma necessarie per aver una minima idea di cosa accade in quei luoghi.
Mi sento in obbligo di segnalare la strepitosa preparazione di Laura, in questo cammino ero alla ricerca anche di informazioni socio-politiche e religiose, sono rimasto piacevolmente sorpreso per la loro puntualità e livello di dettaglio, che ho ricevuto direttamente da Laura e dagli interlocutori e guide locali che hanno collaborato in questo cammino.
Molto apprezzata anche la lettura di una poesia (Israeliana e/o Palestinese) a inizio giornata e nei pressi di particolari siti nonché quella dei Vangeli (pur non essendo un praticante) che si rifacevano ai posti visitati. »
Stefano
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