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12 Dicembre 2020 (455 / anno XX)

il cammino /233

Riunione guide/staff Compagnia dei Cammini 2020

Notizie dal letargo

Ci siamo presi una bella pausa, siamo ancora in letargo. Ma siamo vivi, e sentiamo che qualcosa là fuori si muove. Abbiamo una gran voglia di camminare. Come sicuramente tutti voi.

Avremmo dovuto incontrarci tra guide e staff della Compagnia dei Cammini per organizzare la nostra attività, avevamo prenotato in un luogo ameno e isolato, ma alla fine abbiamo dovuto rimandare e ci vediamo regolarmente in modalità a distanza, una volta a settimana; nascono nuovi progetti, si affinano quelli vecchi, si riflette su come essere sempre più un riferimento per lo sviluppo e la crescita della cultura del camminare in Italia.

Usciremo dal letargo, teniamo duro!
Luca Gianotti

In questo numero:

✔  Festeggiare si deve: il Capograsso

Abbiamo annullato gli 8 viaggi di Capodanno. Ma si può ripartire senza un passaggio simbolico? Secondo noi ci deve essere. Abbiamo quindi deciso di spostare il Capodanno al giorno di Martedì Grasso, il 16 febbraio. Ovviamente con la speranza che tra due mesi si potrà camminare insieme. Il Mardi Gras diventa quindi per noi Capograsso, giorno di passaggio. Con i suoi riti: il fuoco, il bruciare l’anno vecchio, il pensare e scrivere pensieri e buoni propositi per l’anno che viene, il salto nel nuovo che viene. Il 16 febbraio (Covid permettendo), a mezzanotte saremo in tanti, da Monteriggioni alla Sicilia, dalle montagne d’Abruzzo all’Aspromonte, da Capri alla Sardegna a una baita nel Trentino, con un bicchiere di spumante in mano, pronti a saltare il fuoco. Cosa ci aspetterà dopo? La sobrietà della quaresima? Bene. Anche della sobrietà saremo contenti.

Ecco i 7 viaggi di Capodanno che abbiamo spostato a Capograsso.

Monti Sicani, Sicilia

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✔  Sondaggio sui cammini italiani

Terre di Mezzo ha condotto un sondaggio sui cammini italiani. Se ne evincono tante informazioni interessanti. Quali sono i tre cammini più camminati in Italia? Via Francigena, Via degli Dei e Cammino dei Briganti. Quali i cammini che anche se il 2020 è stato un anno funestato da mesi di chiusura hanno aumentato il numero di camminatori? Via degli Dei e Cammino dei Briganti. Mentre quest’anno il Cammino di Santiago ha avuto numeri ai minimi storici, e la Francigena è meno che dimezzata (chiaro segno che a soffrire di più sono stati i cammini lunghi). Ma le indicazioni utili sono tante, sulla tipologia dei camminatori, e sul sempre crescente numero di cammini in Italia.

Ecco tutti i dati di questo sondaggio e un articolo di commento dal Fatto Quotidiano.

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✔  Recensioni

Il confine è più in là

Elettra Pistoni – "Il confine è più in là", Altreconomia 2020Elettra Pistoni ha camminato per 4000 km sul Pacific Crest Trail, il cammino che tanti hanno nei loro sogni, spesso irrealizzabile per la durata, si devono prevedere 6 mesi per percorrerlo tutto, natura selvaggia, passaggi oltre i 4000 metri di altitudine, tutto in tenda. Pochissimi italiani lo hanno percorso. Conosco Elettra da tanti anni, ha camminato spesso con noi, e il libro “Il confine è più in là” (Altreconomia) è uno spaccato autobiografico sincero e trasparente, Elettra ci racconta le sue irrequietezze, la sua vita normale di web designer ma a un certo punto lei decide che è il momento di cambiare vita, e il cammino è lo strumento. Il Pacific Crest Trail è a numero chiuso, Elettra Pistoni è riuscita a ottenere il permesso nel 2019, e l’11 aprile inizia la sua avventura. Il diario del cammino ci racconta soprattutto gli incontri, sul cammino ognuno ha un trail name, un nome d’arte che ti danno gli altri camminatori. Se lo accetti diventi quel nome, se non ti piace, aspetti che qualcun altro ti battezzi. Elettra diventa Sound effect, e cammina con Old school, Sassy pants, Pirate, Ranger, Beerman… si formano bande, poi ci si perde di vista, perché la California è deserto ma è anche Sierra Nevada, e nel 2019 c’era tanta neve… Elettra decide di saltare la Sierra e di fare il tratto successivo in direzione contraria, in attesa che la neve sulle montagne si sciolga. E così il cammino continua, gli incontri si susseguono, le esperienze si accumulano, esperienze assolutamente eccezionali e arricchenti per una giovane donna europea.

Un altro aspetto bellissimo di questo cammino sono i trail angels: sono i tanti amici del cammino, che si mettono volontariamente a disposizione dei camminatori lungo tutto il percorso, per ospitarli gratuitamente, per aiutarli con un passaggio in auto, un rifornimento, un soccorso… e Elettra impara a chiedere aiuto, incontra tanti angeli che la sostengono e le raccontano storie.

L’11 ottobre Elettra è con gli amici al km 4006 del Pacific Crest Trail, è da due giorni chiusa in tenda per una bufera di neve. Il PCT ha i suoi tempi, meglio concluderlo entro la fine di settembre, poi arriva il maltempo. Mancano solo 280 km, ma non c’è altra possibilità, il cammino di Elettra finisce qui. Non il suo percorso di cambiamento. L’amicizia con Kevin la porta in una fattoria biologica in California dove impara l’amore per il lavoro con le mani, la voglia di cambiare vita si fa urgente. E la decisione è presa: al ritorno non tornerà al suo lavoro, Elettra molla tutto e inizia un secondo viaggio, tra le fattorie del Wwoof a fare esperienze di volontariato per imparare. Auguri Elettra!

Elettra Pistoni – “Il confine è più in là”, Altreconomia 2020 – 17,50 euro

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✔  La montagna è solo piste e seggiovie?

La rivista web Dislivelli ha pubblicato un numero dedicato alle stazioni sciistiche, che si considerano “l’unica salvezza della montagna”. Hanno partecipato diversi esperti di montagna, tra cui lo scrittore Paolo Cognetti, Enrico Camanni, Luca Mercalli e la nostra guida e scrittore Franco Michieli. Potete scaricare qui il PDF di questo numero speciale Non di sola pista.

Sullo stesso tema, Franco Michieli è anche stato intervistato da Davide Sapienza sul Corriere della Sera di Bergamo.

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✔  Viaggi a piedi Compagnia dei Cammini

Disponibilità posti al 12 dicembre

13-17 febbraio:
Capograsso di cammino, arte e benessere in Trentino
guida: Laura Ciaghi
difficoltà: @@
12 posti
13-19 febbraio:
Capograsso tra i greci di Calabria
guida: Andrea Laurenzano
difficoltà: @@
12 posti
13-19 febbraio:
Capograsso in Iglesiente: mare, mirto e miniere (Sardegna)
guida: Cristina Mori
difficoltà: @@
12 posti
13-20 febbraio:
Capograsso nei Sicani: la Sicilia dei mandorli in fiore
guida: Nanni Di Falco
difficoltà: @
10 posti
14-17 febbraio:
Capograsso a Monteriggioni (Toscana)
guida: Mauro Agliata
difficoltà: @
12 posti
14-18 febbraio:
Capograsso da orsi e da lupi (Abruzzo)
guida: Luca Gianotti
difficoltà: @@@
12 posti
14-18 febbraio:
Capograsso a Ischia, l’isola verde (Campania)
guida: Alberto Liberati
difficoltà: @
12 posti

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We are the Earth Walking on the Earth

Da Earth Holder Community

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✔  L’opinione di Guido: La crisi

Ogni vera crisi racchiude in sé la disperazione per un momento esistenziale di cui non capiamo la causa, senza vederne la via d’uscita, e la speranza di un possibile, auspicabile, cambiamento. Credo di interpretare un sentimento comune affermando che la mia generazione, e le generazioni dal dopoguerra ad oggi, almeno nel cosiddetto mondo occidentale, quello “ricco” insomma, non hanno per fortuna conosciuto fame, guerre e simili catastrofi, tali da mettere in dubbio la stessa sopravvivenza della specie umana. Non è più così. La pandemia globale, e la sottostante consapevolezza di un cambiamento climatico da noi provocato e dagli esiti imprevedibili, mi interrogano, ci interrogano su domande, diciamo profonde, che il nostro consueto modo di vivere, diciamo superficiale, non ci aveva abituato a porci. Non sono religioso e non ho ideologie precostituite che mi diano confortanti risposte, per cui da laico mi costringo ad un esercizio che chiamo di verità. Con la modesta presunzione che se mi prendo cura della mia anima in piccola misura aiuto tutti quanti noi in una riflessione collettiva.

Questa è allora una lettera aperta, a me stesso e ai cittadini tutti, affinché usiamo due festività tradizionali di questo periodo, il Natale e il Capodanno, che saranno diversi dai soliti, necessariamente sobri e meditativi, per sbilanciarci e dirci qualche verità. Tra le tante, ho scelto e ve ne propongo tre.

La prima è che siamo mortali. Ognuno di noi ha vissuto i suoi lutti personali, ma come collettività è un’esperienza, qui ed ora, nuova. Terribilmente reale. E abbiamo paura. A cosa può servirci questa paura? A correggere quel senso di onnipotenza che negli ultimi decenni ha nutrito narcisisticamente il nostro modo di stare al mondo. No limits, tutto è possibile. L’uomo, con il suo dio Ragione, è padrone di sé e della natura. La verità, amara, è che non è vero.

La seconda verità è che siamo ignoranti. È la scienza, la nostra moderna fede, a ricordarcelo. I fisici, che studiano la materia oscura, affermano che di essa sappiamo non più del 5%, mentre i biologi, che studiano la materia vivente, più prudenti sostengono che della complessità del nostro essere possiamo maneggiare non più del 3%. Poco o tanto questo 5% o 3%, l’importante è che ne siamo coscienti. Evitando di illuderci delle facili panacee e tirandoci su le maniche per fare la fatica di mettercela tutta. Un esempio attuale del credere d’aver tutto sotto controllo è l’aspettativa che i vaccini eliminino la problematica Covid. Ringraziamo le industrie farmaceutiche di questa formidabile tecnologia, ma, per coerenza con la scienza, dobbiamo affermare che essi risolveranno solo il 3% di tutto ciò che questa pandemia significa. Del 97% poco conosciamo, e l’atteggiamento più costruttivo sarebbe ammetterlo. Non c’è il vaccino dell’ignoranza.

La terza verità è che ci dobbiamo far bastare il pianeta terra. Lo so che stiamo spendendo cifre esorbitanti per ipotizzare la conquista dello spazio. È forse questo il motivo recondito, ancestrale, che ci fa praticare la distruzione sistematica del pianeta in cui viviamo? Il mito di nuovi territori sempre disponibili. La realtà nuda e cruda è che nessuno ci garantisce che riusciremo nell’impresa di darci nuove case nell’Universo. E, specialmente, che è da idioti suicidi scavarci la fossa con le nostre mani dilapidando le risorse limitate del nostro minuscolo salvagente planetario.

Vi chiedo un’ultima cosa, cari colleghi d’umanità, oltre all’invito di dire la vostra, che ascolterò con infinita curiosità. Quanto, secondo voi, queste banali verità si avvicinano ai discorsi che, noi per primi, facciamo tutti i santi giorni? Quanto, chi ci guida, pone onestamente questo tipo di parole al centro del dibattito sociale? Che lo vogliamo o no, questa crisi ci costringerà ad inchinarci alla filosofia, alle domande importanti, invece dell’ingannevole chiacchiericcio sullo smarthphone di ultima generazione. Quando va bene.

Guido Ghidorzi

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✔  Lettere

« Grazie. La Vs presenza è preziosa. Non mollate. Ci teniamo molto a tutti voi. Teniamo duro.
Cari saluti e auguri per un ritorno a tutte le attività. »
Claudio P.

« Mi auguro che la Compagnia riprenda presto, assieme a tutti noi, a poter fare progetti concreti.
Comunico che rinuncio al voucher che mi spetta in favore della Compagnia.
Cordiali saluti »
Giovanna M.

« Mi dispiace per la vostra situazione e vi do l’unica cosa che posso: tutto il mio sostegno morale, con l’apprezzamento sincero per tutti voi e l’augurio di una prossima e piena ripresa. »
Serenella

« Torneremo a camminare, a sorridere, a darci la mano… a presto. »
Olimpia

« Grazie si ripartiremo tenete duro anche voi »
Cinzia

Per Paolino, e per un altro signore della Majella
« Che emozione leggere di Paolino… il pensiero va al nostro primo cammino con te… la magica Maiella.
Io e Paolo ci eravamo iscritti alla Via del Tratturo…
Tenete duro, noi siamo con voi!
Grazie per le belle parole delle tue newsletter.
Un caro abbraccio »
Laura e Paolo

« Caro Luca,
conoscevo anche io Paolino e sono contento che lo abbiate ricordato. Ho un ricordo nitido di quando ci suggerì un sentiero sconosciuto e non segnato per andare da Decontra all’eremo di San Giovanni all’Orfento. Non volevo aggiungere parole alle vostre ma solo ricordare anche l’altro vecchio della Majella morto lo stesso giorno come se la Majella avesse deciso di perdere le sue foglie più belle in questo autunno, nello stesso giorno. Era Guido “zeze” Maiorano il gestore del rifugio Celidonio titolare di un disco volante folle sceso su Guado San Leonardo chissà come, luogo spazzato dai venti e dalle nevi siberiane che investono la Majella. L’ho conosciuto bene, molto bene, mi sono fermato tante volte da lui che gestiva questo luogo da 40 anni dopo una vita in Australia e ho sempre sostato con gusto e piacere, o perché tornavo dal Morrone o dalla Majella o a piedi o con gli sci. Un vero signore di una squisitezza unica così come erano i suoi intingoli che preparava con sapienza dalle 10 alle 13 quando saliva con la sua jeep tutti i giorni 365 giorni l’anno da Sulmona. Era arrabbiato e tanto perché a volte non spalavano la strada e lui doveva arrivare a piedi o non la riparavano da 8 anni e bisognava fare un giro lunghissimo. Non condivideva le scelte del parco sulla segnatura dei sentieri e sul posizionamento dei paletti. Ma era gentile e a volte triste come quando, quasi con riservatezza e a voce bassa, mi ripeté la storia di quelle due ragazze venete Diana e Tamara morte sul Morrone in quel folle agosto del 1997. La sorella di Diana, Silvia si salvò ma lui aveva vissuto il dramma di quei giorni coinvolto pienamente dai fatti. In montagna si può morire in tanti modi, cadendo, scivolando, travolti da una slavina, smarrendosi per sempre, per una scarica di pietre ma la morte venne incontro a queste ragazze in modo ingiusto e brutale. Loro che avevano vicino le Dolomiti e le Alpi ma preferivano da due anni l’Abruzzo vennero uccise. Guido aveva quasi le lacrime agli occhi perché ci disse che si erano incamminate lungo il “sentiero delle signore” che parte dal rifugio proprio quel sentiero che Guido aveva battuto ed aperto per facilitare l’accesso delle donne durante la raccolta degli orapi (gli spinaci selvatici) in primavera avanzata, attorno allo stazzo Capoposto. Mi colpirono le sue parole strozzate, i suoi occhi lucidi perché non poteva credere che fossero state uccise due ragazze di vent’anni sul “sentiero delle signore”, sul sentiero inventato da lui. Questo era Guido un gran signore educato, gentile, signorile. Un vero Signore della Majella. »
Carlo Coronati

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✔  Il video finale

Una canzone per chiudere. Uno dei miei gruppi preferiti, i Muvrini, dalla Corsica. Una ballata al vecchio pellegrino, “le vieux pelerin”, presa dalla tradizione folk americana, che JF Bernardini dedica a George Floyd, l’uomo di colore ucciso dalla polizia.
“Laggiù vedrò mio padre/il mio cammino terminerà/sull’altra sponda del grande fiume…”

Video I Muvrini: À George Floyd

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