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15 Febbraio 2025 (522 / anno XXV)
il cammino /300
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300, fumetto di Frank Miller
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300!
Trecento, un bel numero. Trecento invii de “il cammino”, cercando di mantenere la periodicità quindicinale, anche se qualche volta usciamo in ritardo. Trecento numeri in cui abbiamo cercato di darvi le informazioni e le notizie sul mondo dei cammini, partendo in primis dalle notizie dell’associazione Compagnia dei Cammini, ma avendo sempre uno sguardo più ampio, che abbracci gli argomenti che troviamo interessanti. Con la nostra visione dei cammini, una visione di parte, ed è giusto dirlo, in un mondo in cui si cerca sempre di far finta che la notizia sia neutra, oggettiva. Di parte, ma sempre con onestà intellettuale e sincerità.
Se guardate in alto c’è un altro numeretto, 522. Questa è la numerazione che comprende i 25 anni di pubblicazioni: venticinque anni fa iniziai a scrivere una newsletter chiamata “CamminareInforma”, molto semplice, senza immagini, una fanzine, ma già serpeggiavano i temi che ho sempre cercato di approfondire nella mia vita di camminatore (e non solo). Poi nel marzo 2010 ci fu un cambiamento, creai “il cammino” come strumento indipendente. Un piccolo notiziario a disposizione di tutti, se hanno notizie e riflessioni interessanti. Una rivista indipendente che grazie alla collaborazione di tanti, credo di poter dire senza falsa modestia sia uno strumento di riflessione e approfondimento.
Abbiamo superato i 38mila abbonati, altro bel numero. Grazie a tutti voi, continuate a mandare contributi, lettere, pensieri. E grazie a chi collabora, per primo non posso non ringraziare Stéphane Wittenberg, che con pazienza e dedizione impagina ogni numero.
Luca Gianotti
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In questo numero:
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Un pensiero
Un passo, due passi
sì sì
Tre passi, quattro passi
grazie grazie
Passo uno, passo due
sì sì
Passo tre, passo quattro
grazie grazie
Il ritmo della gratitudine.
Luca Gianotti
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✔ Gioco e cammino
✔ Mappe per gioco
Rieccoci alla rubrica sui giochi da poter fare in cammino.
Sapete cosa sono i giochi “print and play (pnp)”? Sono giochi che si stampano con la stampante di casa, di solito hanno solo carte, si stampano su cartoncino e si mettono in bustine trasparenti ed ecco che per pochi euro avete un gioco anche carino da vedere. Spesso sono giochi super portatili, ideali da zaino. Oggi vi parlerò di un print and play ancora più semplice, si stampa un foglio a giocatore, si trova una penna o matita, un dado, e si inizia a giocare! Waypoints è il gioco che ha vinto il premio come miglior print and play del 2023 secondo il famoso sito web BoardGameGeek. È divertentissimo, soprattutto per i camminatori. Perché il tema è proprio questo, un cammino di quattro giorni in ambienti diversi (ci sono tante mappe da scaricare online, alcune gratuite). Il gioco ufficiale, creato da Matthew Dunstan, si compra sul sito Postmark Games per 5 sterline, e si scarica una serie di file, con diverse mappe grandi un foglio A4 (un parco americano con gli orsi, un canyon con gli sciacalli e i serpenti, la costa ovest con delfini e uccelli acquatici, un territorio innevato con anche impianti di risalita). Si parte dalla prima mappa, se ne stampano un numero di copie uguale ai giocatori, si consegna un foglio a giocatore. Si può giocare fino a 99 giocatori insieme (nel senso che non ci sono limiti di numero, quindi ideale anche per gruppi). La mappa ha le curve di livello, i punti sulle cime, fiumi, animali da osservare, è una mappa topografica stilizzata. A questo punto si tira il dado per stabilire il meteo del momento, e in base al meteo si avanza sulla mappa tracciando il proprio percorso partendo da un’area tende. Più animali si osservano, più bonus si prendono. Poi si deve acquisire attrezzatura per ripararsi dal maltempo. Tutto dà punti. Dalle cime se si ha un parapendio ci si può buttare in planata. Sul fiume, se si ha un kayak, si può fare un tratto in acqua. Invece, di solito, si avanza di tanto quanto si riesce in base al meteo e ai bonus. Le curve di livello sono l’indicatore di avanzamento, come fossero caselle. Se si sta in piano si può andare lontano! Poi alcuni appassionati hanno messo online mappe gratuite, anche con i dinosauri tipo Jurassic Park, o in mare facendo scuba diving. Le mappe aggiuntive gratuite le trovate qui. Alla fine del primo giorno di cammino si deve cercare di arrivare in un altro accampamento. Così si fanno più punti. E alla fine dei 4 giorni si fa il calcolo dei punti, sotto la mappa c’è la tabellina molto chiara con i simboli da seguire. Chi ha più punti ha vinto.
Waypoints
1-100 giocatori – 20-30 minuti a partita – difficoltà medio-facile – dagli 8 anni in su.
Peso nello zaino: pochi grammi.
Luca Gianotti
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✔ Le scatole dell'acqua alla Gran Canaria
Gran Canaria custodisce una storia affascinante legata all’acqua, una risorsa che ha modellato la vita, la cultura e le tradizioni dell’isola nel corso dei secoli. In un territorio dove la pioggia scarseggia e il sole splende per gran parte dell’anno, l’ingegno umano ha sempre giocato un ruolo cruciale nella gestione delle risorse idriche.
Già in epoca pre-conquista, i Guanches, gli antichi abitanti dell’arcipelago, costruirono pozzi e rudimentali canali per raccogliere l’acqua piovana, consapevoli del suo valore vitale. Con l’arrivo dei coloni europei, questi sistemi vennero ampliati e perfezionati: le prime case e fincas sorsero proprio in prossimità delle fonti idriche più accessibili. L’acqua, inizialmente libera, divenne ben presto regolamentata, portando alla creazione di una legislazione specifica e persino alla figura del “sindaco dell’acqua”, incaricato di risolvere eventuali dispute.
Uno degli esempi più affascinanti di questa cultura idrica è rappresentato dalle “scatole d’acqua”, un ingegnoso sistema di misurazione sviluppato nel XVIII secolo. L’acqua, proveniente direttamente dalle sorgenti, veniva convogliata in canali e suddivisa equamente attraverso costruzioni chiuse dotate di bocchette di distribuzione. Questo garantiva a ogni proprietario terriero una giusta porzione di risorsa idrica, in un’epoca in cui l’agricoltura dipendeva interamente dalla disponibilità di acqua.
Ma Gran Canaria non si limitò a questi accorgimenti. Nel XVI secolo, sull’isola iniziarono a sorgere miniere d’acqua, scavate con estrema perizia per convogliare le acque piovane dai barrancos. Lavori di scavo immensi portarono alla realizzazione di oltre 70 miniere ancora oggi visibili, la più celebre delle quali si trova a Tejeda. In parallelo, furono costruite gallerie per intercettare direttamente le falde acquifere, un’opera ingegneristica che permise lo sfruttamento più efficace delle risorse idriche sotterranee.
Questa costante ricerca di soluzioni innovative si spinse fino alla costruzione di pozzi, che da semplici strutture per l’uso domestico divennero il fulcro di un’intera cultura del lavoro legata all’acqua: mastri muratori, scavatori, meccanici e fabbri trovarono un impiego legato alla manutenzione e allo sviluppo di questi impianti.
Tuttavia, con l’avanzare del XX secolo, la crescente domanda d’acqua e il progressivo impoverimento delle falde resero necessario lo studio di alternative sostenibili. Fu così che le Canarie divennero una delle prime regioni al mondo a sperimentare la desalinizzazione dell’acqua marina, un processo avviato negli anni ’70 grazie alla tecnica dell’osmosi inversa. Oggi, l’arcipelago è leader nella produzione di acqua dissalata, coprendo il 40% della fornitura nazionale.
Questa storia millenaria di adattamento e innovazione offre un’importante lezione per il mondo contemporaneo, dove la crescente crisi idrica globale impone un uso responsabile e consapevole delle risorse idriche. Mentre alcune regioni soffrono di siccità estrema e altre si affidano a metodi sempre più avanzati di purificazione dell’acqua, Gran Canaria dimostra come la gestione oculata e la creatività possano fare la differenza. La cultura dell’acqua, qui profondamente radicata, non è solo un’eredità del passato, ma un esempio di resilienza e sostenibilità per il futuro.
Matteo Casula
Matteo conduce un gruppo alla Gran Canaria dal 29 marzo al 5 aprile, ecco la scheda.
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✔ Di buon passo nell'Appennino che resiste /7
Continuiamo il racconto di Salvatore del suo tour in Appennino con la bicicletta (gravel) alla scoperta di chi resiste.
✔ Monti Peloritani
Novara di Sicilia, maggio 2024 – Mi avvio verso Novara di Sicilia, uno dei borghi più belli d’Italia. All’anagrafe risultano 1.165 persone, ma di fatto sono circa 800, e parlano il dialetto gallo-italico di Sicilia, un’isola linguistica che ricorda l’arrivo, nell’XI secolo, di coloni provenienti dal Piemonte, dalla Liguria e dalla Lombardia.
Entro nella pasticceria San Nicola, dove Filippo, uno dei proprietari, mi accoglie con un perfetto accento piemontese e mi offre una specialità di Novara: il dito dell’Apostolo Tommaso, un dolce nero da un lato e bianco dall’altro, che ricorda molto il cannolo siciliano. Questa prelibatezza, di origine calabrese, fu portata dai monaci al seguito di sant’Ugo Abate che fondò a Vallebona, l’odierna Novara, il primo monastero cistercense di Sicilia.
A Novara si produce il formaggio maiorchino, una vera eccellenza locale. Da gennaio sino a Carnevale si può assistere alla tradizionale gara del lancio delle forme di maiorchino, in cui le forme vengono fatte rotolare lungo le viuzze in discesa del paese.
Tuttavia, nonostante vari tentativi dell’amministrazione comunale, i produttori di maiorchino non sono mai riusciti a costituire un consorzio di tutela.
Ho appuntamento con Salvatore Buemi, vicesindaco di Novara e colonna portante del 118 locale. Oggi è di guardia con il medico Luigi e un’infermiera. Prendiamo un caffè e parliamo delle difficoltà che gli operatori del servizio di emergenza sanitaria affrontano quotidianamente per garantire interventi tempestivi su un territorio così vasto e impervio. Mentre conversiamo, arriva una chiamata di soccorso in codice rosso, a meno di un’ora di distanza. Nemmeno ci salutiamo: l’ambulanza corre via a sirene spiegate.
Negli ultimi due anni, la popolazione di Novara si è stabilizzata, grazie all’arrivo di nuovi residenti: spagnoli, argentini, cechi, oltre a liguri e piemontesi che hanno comprato casa e si sono iscritti all’anagrafe.
Novara si trova a pochi chilometri dallo spartiacque Tirreno-Ionio e attira visitatori da entrambi i versanti. Molti camminatori, che percorrono la via Francigena delle Montagne e il Cammino dell’Anima, dalla Madonna di Dinnammare a Tindari, vi sostano.
Il 3 dicembre 2022, una frana ha danneggiato la statale 185 che collega Novara di Sicilia alla zona ionica e con Taormina. Per sollecitare l’inizio dei lavori, il sindaco Gino Bertolami si è prima incatenato davanti la sede dell’Anas di Palermo e poi ha iniziato uno sciopero della fame, concluso il 16 aprile 2024, il giorno prima dell’avvio dei lavori. Purtroppo a gennaio di quest’anno, una nuova frana ha nuovamente bloccato l’unica e vitale arteria.
Vivere in montagna senza poter accedere ai servizi fondamentali - mobilità, sanità e istruzione - sanciti dall’art. 3 della Costituzione, è inaccettabile per uno stato moderno. La Strategia Nazionale per le Aree Interne è nata proprio con questo obiettivo: attraverso un approccio dal basso (place-based), mira a riattivare processi di sviluppo che mettano al centro il capitale territoriale, riducano le disuguaglianze e aumentino la competitività delle aree svantaggiate.
L’Appennino che resiste, nonostante tutto.
Salvatore Capasso
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✔ In ricordo di Gianpi
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Ci ha lasciati Giampietro Carta, un banale incidente, su un corpo già logorato. Lo voglio ricordare senza retorica. Aveva circa la mia età, lo conoscevo da 30 anni. Per un breve periodo, agli inizi, fu anche guida della nostra associazione. Mi ha insegnato tanto del territorio del Supramonte di Baunei, il suo territorio. Nessuno lo conosceva bene come lui. Mi ha portato a conoscere certi passaggi arditi, quei passaggi unici che nei bacu consentono di passare su cenge a strapiombo. Posti magnifici e segreti. In questo era generoso. Era uno degli ultimi che fu pastore fin da bambino: a 9 anni il padre lo mandava da solo a pascolare i maiali nella codula di Luna o in altri luoghi aerei e sperduti, dove non si può che diventare un po’ poeti. Giampietro si faceva chiamare “mitico selvaggio”, ma a me quel soprannome non è mai piaciuto. Aveva anche tanti altri soprannomi, ma io lo ricorderò sempre come Gianpi. Gianpi era pieno di risorse. Mi stupivo sempre di quante cose sapesse fare. Con creatività. Suonava l’organetto e la fisarmonica da dio, e mi sono sempre chiesto perché non abbia mai inciso un disco. Ballava il ballo sardo, su ballu tundu, su ballu e ischina, con precisione e maestria. Lo insegnava ai tanti camminatori che portavo nel suo ovile. Che ne sarà adesso dell’Ovile Carta, che tanti camminatori, speleologi, arrampicatori, hanno usato come base d’appoggio per decenni? Sapeva anche cucinare, lo faceva al suo ovile, ma io ho avuto la fortuna di assaggiarlo anche in condizioni più normali, in città.
Un talento che meritava di più? Non so, non possiamo giudicare. Ha vissuto la sua vita come voleva, senza compromessi, e ha avuto alcuni grossi dolori. Tra cui la perdita di un fratello giovane. In tanti che mi leggono, che hanno camminato con noi nel corso degli anni, si ricorderanno della sua memoria spaventosa, si ricordava di tutti, e dopo un anno sembrava di essersi salutati il giorno prima. Si ricorderà del suo voler sempre far festa, la sera fino a tardi. Del suo raggiungerci lungo il cammino nei posti più disparati. Della musica. Delle bevute insieme…
Ciao Gianpi, con tanto affetto!
(LG)
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✔ Recensioni
✔ I gufi dei ghiacci orientali
«Mi si avvicinò tutto serio un ragazzino udege che avrà avuto quattordici anni, con i capelli neri quasi del tutto nascosti da un cappello in pelo di coniglio. Io ero diverso e chiaramente fuori posto. Avevo ventotto anni e portavo la barba, il che mi identificava come straniero. Il ragazzino era curioso di sapere che cosa ci facessi ad Agzu.
“Li conosci i gufi pescatori?”, risposi in russo, l’unica lingua che avrei parlato nel corso di quella spedizione e, più in generale, studiando i gufi.
“Sono tipo degli uccelli?”, chiese il ragazzino. “Sono venuto a cercare i gufi pescatori”.
“A cercare uccelli”, mi fece eco lui, impassibile ma con una punta di incredulità, come se temesse di aver capito male.»
I gufi dei ghiacci orientali è il libro dove Jonathan C. Slaght, naturalista, ornitologo e divulgatore, racconta gli anni passati nel Territorio del Litorale, un mondo di confine affacciato sul mar del Giappone, tra Cina, Russia e Corea, per cercare di studiare le abitudini di questo strano animale, il gufo pescatore, la cui sopravvivenza è legata all’uomo quale principale fattore di inquinamento del pianeta, ma anche come principale fattore di preservazione di specie animali.
Il protagonista sa che la sopravvivenza di questa specie così particolare e della quale si sa pochissimo - in cento anni nessuno scienziato lo aveva mai avvistato in tutta l’area - è anche legata a questo suo studio di ricerca, cattura - rilascio - documentazione del gufo pescatore e del suo ecosistema: quella taiga coperta di foreste, dove non esistono strade vere e proprie, dove i fiumi ghiacciano e per risalirli serve la motoslitta. Lui che è consapevole di trovarsi in un mondo in cui “dovrò appostarmi e per un’ora al freddo travestito da Uomo Marshmallow”. Altrettanto affascinante dei gufi si rivela poi la varia umanità che popola il litorale. Come un romanzo dello scrittore finlandese Arto Paasilinna, dove spuntano uomini disillusi, anti-eroi moderni infatti ecco che, nella realtà cruda e pura degli appostamenti interminabili alla ricerca di sbuffi sulla neve che possono celare una piuma di gufo, degli arrampicamenti su altissimi alberi - insomma delle questioni pratiche in cui cavarsela - ecco che, vengono fuori una serie di personaggi degni di luoghi come l’immensa taiga: cacciatori che forse sono stati spie del Kgb, eremiti, latitanti che nella foresta hanno trovato rifugio, uomini inselvatichiti che bevono vodka ed etanolo e persino detergente, abitanti di centri lontanissimi da qualsiasi civiltà che bussano con bottiglie di alcol etilico o vodka purché i racconti siano sempre un po’ ebbri.
Un viaggio intenso in terre sconosciute dove lo sguardo dello studioso lascia il posto a quello del romanziere e dell’avventuriero.
Daniele Moschini
Jonathan C. Slaght – “I gufi dei ghiacci orientali”, Iperborea 2024 – 19,50 euro
Daniele Moschini accompagna un cammino nella taiga finlandese: dal 13 al 21 giugno, Finlandia infiniti giorni d'estate.
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✔ Rassegna stampa
Intervista a Francesca Camilla D’Amico su Radio Capodistria, parla del suo libro Altritudini, la sua storia di contastorie. E parla del suo primo cammino narrato, in Maiella, dal 18 al 24 maggio.
➤ Ascolta l'intervista
Articolo dedicato al camminare con i cani, e alle proposte della Compagnia dei Cammini, tutte gestite dal nostro bravo ed esperto Tomas Pirani: RadioGold, I cammini da fare con il vostro amico a 4 zampe.
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✔ Viaggi a piedi Compagnia dei Cammini
Disponibilità posti al 14 febbraio (i viaggi qui non indicati sono completi o annullati)
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Richiesta Catalogo cammini 2025
È un libretto di 48 pagine da tenere sul comodino per segnarvi le date dei vostri viaggi futuri, è stato inviato a tutti i soci della Compagnia dei Cammini degli ultimi 4 anni (2024, 2023, 2022, 2021).
Se non sei tra i soci camminatori del 2024, 2023, 2022, 2021, ma sei appassionata/o del camminare, è possibile chiederlo qui comunicandoci il tuo indirizzo completo e riceverlo gratuitamente a casa.
145 viaggi, tra cui molte novità.
(Non è prevista spedizione all’estero, chiederemo pertanto agli amici camminatori non residenti in Italia di scaricare il catalogo in formato digitale.)
➤ Chiedi qui il tuo calendario 2025
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✔ Appuntamenti nella natura e nel naturale
Guarda dove cammini
Dario Sorgato, presidente di NoisyVision e caro amico della Compagnia dei Cammini, annuncia l’imminente uscita del suo nuovo libro:
Guarda dove cammini. Passi condivisi sui sentieri del possibile – Ediciclo Editore – Prefazione di Luca Gianotti.
Questo libro è un punto fermo nell’ambito dei cammini inclusivi. Questo libro è la volontà di mettere nero su bianco (e su giallo) tutto quello che mi ha portato fino a qui, come uomo e con l’associazione che ho fondato. Questo libro è la fine di una tappa e l’inizio della successiva. Dal 28 febbraio in tutte le librerie e store online. Una data di pubblicazione che coincide con la giornata mondiale delle malattie rare. Come quella che ha dato inizio a questa storia. Non la fine.
Prima presentazione ufficiale, con la passeggiata letteraria con l’autore, guidata da Sharon Cappetti sabato 1 marzo ore 10 nell’ambito della programmazione di Testo, il salone editoriale di Pitti Immagine. Posti limitati, prenotazione obbligatoria.
Vieni a trovarci a Fa’ la cosa giusta Milano
Come ogni anno a marzo un appuntamento da non perdere è a Milano, Fa’ la cosa giusta, la fiera del consumo critico e degli stili di vita consapevoli. La fiera è ricca di iniziative e di stand interessanti da visitare; siamo alla ventunesima edizione, e noi ci siamo stati quasi tutte le edizioni. Quest’anno la fiera è gratuita, è sufficiente registrarsi sul sito. La Compagnia dei Cammini è presente, dal 14 al 16 marzo. Siamo allo stand E21, nell’area Viaggio e Grandi Cammini. Allo stand troverete alcuni di noi: le guide Daniele Moschini e Mara Battilana fissi, ma anche Igor Grigis.
Per maggiori dettagli sulla fiera: falacosagiusta.org.
Vieni a trovarci in Svizzera: Tisana a Lugano
Dal 20 al 23 marzo, al centro Esposizioni di Lugano, 4 giorni dedicati alla diffusione della cultura del benessere in tutte le sue forme. Una fiera storica, giusta alla 27esima edizione, di grande interesse e valore. Gli eventi di divulgazione sono interessanti, a cominciare da una conferenza di Franco Berrino il giovedì (serve iscriversi). Iscrivendosi sul sito, il prezzo di entrata scontato è 5 franchi svizzeri. La Compagnia dei Cammini sarà presente, venite a trovarci per ritirare il catalogo cammini 2025.
Per maggiori dettagli sulla fiera: www.tisana.com.
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✔ Lettere
« Vi segnalo questa notizia da “Il Dolomiti”:
Sebastien Berthe scala il Big Wall con dedica antifascista »
Matteo
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✔ Il video finale
Come imparare a perdersi per ritrovarsi – TEDx
Franco Michieli ha parlato al TEDx di Novara, raccontando la sua filosofia di esplorazione e di vita. Scoprire qualcosa di straordinario quando si cerca altro, in cammino si prova la serendipità. Molto interessante, da ascoltare e da vedere.
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✔ I nostri numeri
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Direzione, redazione e copyleft: Luca Gianotti
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